lunedì 31 marzo 2008

Cronaca rossa e idrogenata

Ho comprato un rossetto rosso. Il primo in assoluto nella mia vita. Bello è bello. Non l'ho ancora provato però.
Mi sentirei ridicola, visto che resto a casa.
Forse soffro di shopping compulsivo, o forse no. Ma farmi un regalo ogni tanto mi fa bene. Nei periodi pre, post - e durante – esame. Nei periodi di stress. Nei periodi ogniscusaèbuona. Forse ho le mani bucate. In compenso compro sempre cose che mi servono. Anche il rossetto mi serviva. Sono diventata grande e devo dimostrarlo.
Notizie dal mondo: Raul Castro inaugura la campagna “CubaLibre”. Dopo i telefonini, i dvd, gli alberghi e i computer, il neopresidente ha chiamato un barman per spiegargli come acquisire popolarità fra i cubani. Pare abbia deciso di distribuire gratuitamente, bicchieri di Coca e Rum. Così, in un colpo solo, ubriaca i cubani e importa la Coca Cola. Quando si dice “el alma de Cuba”!
In Germania, una donna voleva togliere le rughe dal seno e si è ritrovata con due protesi di silicone. In pratica, si è ritrovata il seno della Parietti senza averne fatto richiesta. Sembrerebbe un caso di cattiva sanità, se non fosse che, proprio in Germania, tempo fa, ad un'altra signora avevano operato l'ano invece di intervenire chirurgicamente sulla gamba. Da rivedere l'Ordine dei Medici tedesco oppure bisogna controllare che i caffè non siano corretti?
Dall'altra parte dell'Oceano, negli Stati Uniti, gli Americani sperano che le elezioni arrivino quanto prima, perchè il Presidente in carica Bush jr. sta sbroccando sul serio. Se prima era guerrafondaio, ora l'idea di lasciare il Campidoglio lo sta annientando completamente. Pare abbia intenzione di chiedere alla Nato, ulteriori aiuti per continuare la guerra in Afghanistan. Io invece, domando aiuti per arderlo vivo al centro del cortile della Casa Bianca.
Notizie dalla Barletta sveglia: settimana di fuoco per chi voglia farsi un po' di cultura. Il 2 e il 3 aprile, presso la Sala Rossa del Castello Svevo (svevo solo nel nome. È barlettano al 100%) avranno luogo i lavori di Puglia In-Difesa II, per comprendere le ragioni della tutela del passato e la denuncia di situazioni spiacevoli per la cultura e il paesaggio nella nostra terra (vedere giozzolino linkato a destra). Il 3 aprile in serata, al Cinema Opera, si potrà assistere alla proiezione di Biùtiful Cauntri, un documentario sul degrado ambientale della Campania, di Esmeralda Calabria. Un dibattito con esponenti politici, cercherà di far luce su quali siano le loro opinioni in merito.
A proposito di mangiare sano. Sulla busta di una nota marca di biscotti, appare una ricetta per farli in casa (farina, fecola, zucchero a velo, burro, margarina, uova, panna). Sull'altro lato ci sono gli ingredienti usati dall'azienda (farina di frumento, grasso vegetale non idrogenato, tartrato monopotassico). Premesso che la farina di frumento si può trovare normalmente in qualsiasi supermercato, il tartrato monopotassico dove si compra? Fatemelo sapere, perchè mia nonna li vuole fare in casa, ma vuole usare la ricetta dell'azienda per non sbagliare.

venerdì 14 marzo 2008

Scusa ma ti chiamo imbecille

C'è un uomo, nel panorama "letterario", che merita il rogo. Con i suoi libri costruirei una bella pira, come fecero Didone e Frida Kahlo, e poi con il suo corpo sopra, farei un bel falò.
Stamattina torno da Bari (mi sveglio alle sei, arrivo a Bari alle otto e alle otto e mezza la professoressa ci congeda. No comment), e mi accomodo al computer con uno yogurt al caffè in una mano e il telecomando nell'altra. Faccio zapping e trovo una donna sulla cinquantina e sua figlia accomodate sui divanetti di Forum.
Il caso. La madre ricorre a Forum perchè sua figlia è andata via di casa con il professore cinquantenne. La ragazza di anni ne ha diciassette. Io alla faccia del telefono azzurro, al posto della madre, l'avrei menata e non l'avrei più fatta uscire di casa. Ma la figlia è ostinata (innamorata dice lei) e ci va a vivere insieme.
Argomentazioni: Federico Moccia dimostra che anche con una grande differenza di età ci si può amare.
Controargomentazione della sottoscritta: Federico Moccia è un imbecille che ha avuto il culo di farsi pubblicare un libro non avendo minimamente buon senso.
Scrivere un libro come Scusa ma ti chiamo amore e, poi proiettarne il film con l'idolo delle ragazzine, è da incoscienti. La prossima mossa quale sarà? Il protagonista ammazza i genitori? E allora se lo dice Federico Moccia...
Lo hanno esaltato come neanche gli azzurri dopo i mondiali, perchè i figli leggono di più. Ma cosa leggono? E soprattutto, cosa diventano?
Ne dicono un gran bene, perchè riesce a parlare ai ragazzi. Ma a che prezzo?
Come si fa a dire che uno scrittore è bravissimo, quando anche dopo aver letto tutti i suoi libri, i ragazzini continuano ad ignorare il corretto uso della lingua italiana?
Libri come quello di Moccia sono (affermazione a prova di querela. È richiesta una colletta per le spese legali) da denunciare. L'episodio di oggi me lo conferma.
Mi potreste rispondere che uno non diventa deficiente se legge un libro. Vero. Ma è anche vero che, se uno ha un background che fa acqua da tutte le parti, dopo crederà possibile tutto.
E' un po' come per le droghe leggere. Un soggetto debole passa a qualcosa di più forte (metaforicamente parlando. Il discorso è molto più ampio, magari ci ritorno in seguito) dopo aver provato lo spinello. E perchè con Moccia non vale lo stesso criterio, visto che è dieci volte più pericoloso?
Non mi pare una cosa normale che una diciassettenne vada col suo professore perchè Federico Moccia docet. A casa mia al massimo, Seneca, Dante, De Andrè docet. Ma non Federico Moccia!

Ragazza A: Ti piace leggere?
Ragazza B: Oh sì, tantissimo! Adesso sto leggendo Tre metri sopra il cielo.
Ragazza A: E libri? Ti piace leggere i libri?


giovedì 6 marzo 2008

I razzisti sui binari per favore

Questa settimana sono ricominciate le lezioni. Che prevedono il viaggio di andata e ritorno per Bari. Il regionale per Bari è la traduzione in sedute blu, sporche e scomode del mondo di oggi. C'è lo studente, il lavoratore, il dottorando, il fillonista, la coppia di vecchietti che deve andare al Policlinico per il check-up, il cinese con merce al seguito. Ovviamente delle tipologie sopra riscontrate c'è il corrispettivo nella versione tollerante, silenziosa, urlatrice, razzista, simpatica.
Stamattina durante il viaggio di andata assisto ad una scenetta vergognosa che mi ha fatto vergognare per l'autrice.
Il treno arriva e qualche minuto dopo aver preso posizione, mi raggiunge una ragazza sui vent'anni, carina, sorriso simpatico, che con discrezione mi chiede di potersi accomodare accanto a me. Le rispondo di sì, perchè non aspettavo nessuno.
Il viaggio inizia con Piergiorgio Odifreddi nell'orecchio, che in una radio presenta il programma della prossima edizione del Festival della Matematica a Roma. Quando il segnale mi abbandona, prendo il mio libro ed inizio la lettura, con il biglietto tra le mani, così quando il controllore arriva, posso ritornare a leggere più in fretta.
Treno a Trani. Sale una signora di colore sulla quarantina. Anche lei si avvicina dove sono seduta e indicando il posto davanti al mio, chiede di potersi accomodare. Io le dico: Prego, faccia pure. In coro con me la ragazza di prima: Mh...no.
Al che la signora resta interdetta e resta un attimo in piedi. Un ragazzo sull'altro corridoio di poltroncine le indica gentilmente il posto accanto al suo.
Io: (capa fresca e senza malizia) Aspetti qualcuno?
Lei: (faccia di culo) No. È che questi si prendono tutta la libertà che vogliono. Gli dai una mano e si prendono il braccio, te lo dico io. Non sia mai ci rubava qualcosa dalle borse.
Il tutto in un tono di voce sufficientemente alto perchè la signora potesse udir bene.
Al che (siccome queste sono le cose che maggiormente me le fanno roteare) mi sono alzata con il treno appena partito (fatto che nella testa bacata dell'imbecille che avevo a fianco, aveva dell'incredibile, perchè giustamente, dove vai se non puoi scendere?). Ho preso la borsa, il cappotto e con il libro nell'altra mano le ho chiesto di farmi passare.
Lei: (faccia di culo da guinness) Ma il treno è già partito! Dovevi scendere?
Io: (lingua dove non batte il sole? Mai) No. Però mi sposto, non si sa mai arrivi qualche tuo amico a rubarmi il portafogli.
Ovviamente non sono fierissima della mia uscita, però se aveste visto la faccia di quella donna, capireste bene perchè ho agito così.
Mi chiedo io, ma nel 2008, perchè non ti muri in casa, se non sei in grado di gestire le relazioni sociali col mondo?
Stupida ragazzina viziata, razzista e cattiva. Sei patetica. Sei la stessa imbecille a cui gli amici fregano i soldi in casa. Però siccome i tuoi amici sono quelli ricchi e viziati come te, non ti sogni neanche di dare la colpa a loro e la dai alla filippina. Sei la stessa cretina che a scuola piangeva solo sentendo parlare degli italiani immigrati in America. E siccome oggi l'America è casa tua, non vuoi dividerla con nessuno. Sei la stessa persona abominevole che va in crociera con i genitori, si fa servire la colazione in camera dal cameriere indocinese e fa una smorfia di disappunto.
Ecco chi sei. È inutile che ti travesti da brava ragazza. Dentro hai uno sporco che non si laverà via neanche con la soda caustica. Buona fortuna. Mi auguro che tu possa capire un giorno.
E' vergognoso. Quella donna non meritava un trattamento del genere. 


Il mio cervello ama gli happy end. E allora invece di capire cosa stessi leggendo, durante il resto del viaggio ho immaginato un seguito.
La stessa ragazza va a lezione e inizia una nuova disciplina.
La sua professoressa è la signora di colore.
Sorrido di nuovo.



lunedì 3 marzo 2008

Sei invitato a...

Sono reduce da un fine settimana a prova di Candid Camera.
A lungo la nostra eroina ha cercato le telecamere, ma non c'è stato verso di trovarle. Probabilmente perchè non c'erano. E la cosa ha un che di spaventoso.
A devastarmi, il sabato sera. Location: Lampara. Motivo (perché se vado in discoteca c'è un motivo. Non pago 20 euro per ballare in un ambiente che sa di Acqua di Giò e sudore): festa di compleanno.
Sarà che io sono abituata a sabato sera goderecci circondata da persone che non hanno necessariamente le firme anche lì dove non batte il sole.
Sarà che è un tipo di divertimento che non mi appartiene.
Sarà che sono contro gli sprechi.
Mi sono trovata un pochino fuori luogo. Giusto un po'. Quel tanto che basta per avermi convinta a chiamare un po' di persone perchè venissero a prelevarmi (grave errore lasciare la macchina). Risultato: tutti nel proprio letto e io bloccata su un divanetto tra bottiglie di prosecco da una parte e untz untz dall'altra.
Alla mia domanda "ma cosa spinge un lavoratore, che presumibilmente si spacca il culo tutta la settimana, a spendere l'intero stipendio per ostentare un inesistente benessere?", un ragazzo risponde "Neh, e che devono fare con i soldi che guadagnano?".
Se non fossi stata stanca, gli avrei staccato la testa.
E gli avrei urlato nella cavità cerebrale: M-I S-E-N-T-I? C-H-E C-O-S-A H-A-I N-E-L C-E-R-V-E-L-L-O?
Signori vi rispondo io: nulla. Perchè, visto che la situazione economica del Paese non è il quarto mistero di Fatima e, probabilmente, le loro stesse famiglie vivono la drammatica questione de "l'ultima settimana del mese", o non hai nulla nel cervello, o ti manca il buon senso. A trent'anni, mi auguro che ti manchi il cervello, perchè se è il buon senso che ti manca è grave.
Buona settimana.


sabato 1 marzo 2008

Televisione ed eutanasia

A casa mia non si fa una cosa per volta. Se ne fanno due, tre, o se necessario, anche quattro per volta. Così, quando i novantacinque metri quadri di domicilio sono occupati da tutti e quattro i membri della famiglia, casa mia sembra la versione in piccolo del mercato del sabato (che tra l'altro allieta i miei risvegli ogni sabato mattina).
Oggi per esempio mia madre sta leggendo il televideo, ma al contempo sta ascoltando a voce altissima (non sia mai che la vicina non sia felice partecipe dei nostri appuntamenti televisivi), la sigla di Amici, che sola non dice nulla, ma in casa mia è una piacevole (punti di vista) abitudine post-pranzo del sabato pomeriggio. E sono due, se non fosse che arriva l'uomo foriero di latte a prova ignifuga (stamattina il latte rasentava i 90° C. Giuro di averlo visto bollire in tazza), ovvero mio padre, che mentre offre assistenza idrica alle piante grasse (in famiglia non abbiamo il pollice verde e ci limitiamo alle piante grasse da annacquare una volta l'anno: oggi era quella volta), parla con mia madre dei bimbi di Gravina. Il risultato era una grottesca (con tutto il rispetto per un orribile fatto di cronaca che ha sconvolto il Paese) conversazione, in cui mia madre e mio padre si sono dedicati alla versione formato famiglia dei RIS.
Mia madre: Ma se fanno la prova del DNA non possono risalire a chi li ha toccati l'ultima volta?
Mio padre: No, perchè è sufficiente che il padre (che mia madre dà già per colpevole) li abbia baciati il giorno prima e verrebbero falsati i risultati.
E così su questo binario, e mentre la Celentano dice che per ballare serve fisicotecnicaespressioneetutto, un allievo fa un orrore grammaticale da buttarlo in prigione a vita per vilipendio alla lingua italiana, io digito con una sigaretta in mano e mio padre si dispera perchè è uscita l'acqua dal vasetto, tra le mura di casa si consuma la sceneggiatura della prossima stagione di RIS.
Colpo di scena in famiglia, che automaticamente si riversa su questo blog, con preciso riferimento al precedente post: Azzurra è sotto il mio letto. Mio fratello ci è seduto sopra. Il letto intendo. Non so se sono arrivate proteste dal consolato tunisino, il quale non voleva avermi tra i piedi, o (questa però mi sembra più plausibile) sia saltata una riunione, fatto sta che non è più partito per Djerba e adesso, è a metà tra una conversazione telefonica con la sua ragazza, un'orecchio allungato alla tv su Scalo 76 e il televideo ovviamente alla sezione Sport.
Vi metto a conoscenza del fatto che ho una conoscenza della programmazione (monnezza) di canale 5, che neanche il direttore della stessa può vantare. Ovviamente non su tutti i programmi. Io mi limito al trash.
Beautiful, Centrovetrine, Uomini e Donne, Amici, maratona di spessore post-pasto. Ogni tanto mi complimento con gli sceneggiatori delle storyline di Centovetrine, i quali non di rado, hanno sviluppato storie ai limiti dell'assurdo, che tuttavia in confronto a quelle di Beautiful sembrano addirittura verosimili.
Su Uomini e Donne, va fatto un discorso a parte, perchè in realtà lo si segue per ridere nel vero senso della parola. Ragazzi e ragazze della mia età, la cui cultura musicale è dettata dal dj della discoteca del sabato, la cui cultura letteraria non va oltre I Promessi Sposi del liceo e il cui abbigliamento sembra sia curato da Kitch Girl Jeans e Truzz Boys T-Shirt, scendono da una scalinata su un ritornello di discutibile qualità musicale e si insultano a vicenda per tutta la durata del programma, su chi è finto, su chi è vero, su chi ha le agenzie, su chi ha già fatto televisione. Il tutto in un incomprensibile italiano. Già, perchè in effetti, non puoi seguire l'evoluzione della lingua italiana visto che c'è qualcosa di molto più urgente da fare (extension, ricostruzione unghie per lei, stiraggio e depilazione per lui). Circa il siparietto di Zelig, sembrerà inverosimile, ma fa molto più ridere il programma vero e proprio che non l'imitazione di Bisio, che poverino, ce la mette davero tutta, ma arrivare a certi livelli, non è possibile. Uomini e Donne si nasce.
Amici merita un silenzio liturgico. I blu possono anche stare seduti sul WC, che dalla squadra bianca parte una polemica sulla tecnica adottata per defecare e da qui si criticano i maestri che non l'hanno insegnato. Dall'altra parte i blu si lamentano per il fatto di non poter trasmettere. Fornite loro un fax. E così per tutta la settimana. Uno strazio. Fatemi uscire.

P.S. Ragazza: Maria io non posso farmene una colpa se mio padre per farmi venire a Cinecittà mi presta la sua Ferrari. Poi io non sono rifatta. Mi sono solo gonfiata le labbra.
De Filippi: Quanti anni hai?
Ragazza: 22.
Io: (!!!) Papà questa a 22 anni ha una Ferrari. Io?
Papà: Hai l'equivalente in euro di una Ferrari in libri e cultura in generale.
Io: Papà. Grazie per avermi messo al mondo con questo cervello.
Papà: Di niente Mariolì. In caso contrario ti avrei soppressa.
(!!!)