venerdì 29 giugno 2012

Novantaquattresimo minuto

Novanta minuti sono lunghi.
Anche due anni se ci pensate, ma novanta minuti sanno essere lunghissimi.
Si entra in campo col cuore in gola e, forse, già sudaticci per l'eccitazione.
Come quando, poco prima di ogni esame, cerchi di ripetere come una silenziosa preghiera qual capitolo che sai così bene. Ma non servirà a nulla, perchè quella domanda non te la faranno e Kroos sarà sulla fascia destra.
I primi minuti sono quelli più freschi, difesa e attacco, fiato e presenza in campo. L'università è uguale: studi e porti a casa il risultato. Il nostro portiere para il primo attacco avversario ed io sono stata congedata dalla commissione d'esame con un trenta e lode, soffiando il nervosismo proprio come fa Gigi.
Gli esami però sono ancora dodici, è passato solo qualche minuto dal fischio di inizio e bisogna giocarne più di ottanta. Si gioca, si continua a giocare con il cervello e con il cuore, ma non avrei scommesso dieci lire bucate su un campionato così, perchè quando ti strappano via il cuore a metà partita è sempre un casino ritrovare lo schema giusto.
Ma io... io avevo la mia bussola e non ho mai navigato a vista.
Tornando al match, il cervello c'è: la Germania ci prova e ci riprova ad entrare, ma non gli riesce. Mario fa due goal importanti e la differenza la fanno i compagni di squadra. Anch'io ho ottenuto i due risultati più importanti grazie alla mia squadra e al Coach. Quel Coach.
Si va in vacanza con soddisfazione e consapevolezza: un po' come quando i giocatori vanno alle panchine e sono soddisfatti di quel che hanno dato e sentono la responsabilità degli ultimi quarantacinque minuti, i più lunghi per il risultato da difendere e per la stanchezza. Invece si rientra carichi, determinati a difendere i goal e, anzi, a cercarne altri. Peccato per quel fuorigioco di Balzaretti, ma va bene. Va bene anche tornare a casa con 29, ma il 9 sul mio libretto non è mai mancato.
A marzo ho deciso che ci sarei riuscita, che ies ai chen: farò di tutto per laurearmi a luglio!
Solo che attaccare e difendere insieme è un casino: la stanchezza comincia a farsi sentire, la bussola si sta smagnetizzando e va sistemata, la concentrazione cala e...
BAM! Calcio di rigore per la Germania e si va sul 2-1, ma va bene perchè è quasi finita. Il tifo si sente, il calore intorno anche.
Fischia francese di merda, fischia. Sono gli otto secondi più lunghi per gli Azzurri.
Proprio come l'ultimo esame. Fischia Mariolina, fischia.
"E' finita, è finita, è finita!"
Si va a Kiev.
Si va a Bari.
Scusate, ma io mi sento un po' SuperMario.

Io, oggi.