martedì 31 gennaio 2012

E-book: quando leggere non basta

Mi hanno chiesto quale fosse la mia posizione su questa notizia ovvero sulle dichiarazioni dello scrittore americano Nicholas Carr sul suo blog. Una posizione che non sento di condividere, perchè non condivise sono anzitutto le motivazioni che muovono l'idea. Suggerire agli editori di regalare l'e-book per contrastare Amazon e tutto ciò che gira intorno è una non-soluzione. Che l'affermazione dell'e-book sia ormai questione di tempo è un dato di fatto e trovo inutile mettersi a fare la guerra ad Amazon o a chicchessia per presunte questioni etiche dell'ultima ora.
Studio beni archivistici e librari e conosco forme, materiali e relative trasformazioni del libro nella storia. E non ritengo il formato elettronico l'ennesimo passaggio, ma una semplice alternativa, che sicuramente prenderà piede e che, tuttavia, io non preferisco per molti motivi.

1) Ognuno di noi ha fatto le sue ricerche sulle enciclopedie da bambino. Il compito per casa non era trovare la data della scoperta dell'America o la nascita di Roma, ma sfogliare, cercare, imparare un corretto utilizzo del libro come fonte bibliografica e rielaborazione. Poi è arrivato Google. Strumento meraviglioso, per carità: alzi la mano chi almeno una volta nella vita si è risparmiato una figuraccia grazie a Google! Ma ha risparmiato un sacco di fatica nelle ricerche ed ho appreso, con un certo sconcerto, che i miei cugini più piccoli spesso fanno ricorso a San Google piuttosto che alla vecchia enciclopedia. Tornando all'e-book, soprattutto per utilizzo scolastico (che abbatterebbe, volendo, anche del 100% i costi per l'approvvigionamento dei libri di testo), il rischio è che si abituino le nuove generazioni a utilizzare la funzione di ricerca nel testo, come esclusivo metodo di ricerca.

2) La forma. La tecnologia eInk  aiuta, va detto, ma non può compiutamente definirsi la panacea di tutti i mali e, no, il formato digitale, per quanto attiene la forma, non può entrare in competizione con il formato cartaceo, allo stesso modo in cui un libro cartaceo di venti-trent'anni fa esce sconfitto dalle cinquecentine. I libri del '500 hanno le pagine giallognole perchè allora non venivano utilizzati acidi per inibire l'azione della lignina; quegli acidi, usati fino a qualche decennio fa, rendevano bianchissime le pagine dei libri, ma tra un centinaio di anni saranno compromesse, per questo oggi se ne fa a meno. Lo stesso principio, in linea di massima, vale per il formato digitale: il supporto non è durevole (in dieci anni si è passati dalla videocassetta al dvd al dvx al bluray, solo dieci anni!) e il rischio di perdere un'intera biblioteca personale si fa più concreto.

3) Annusare le pagine di un libro è da drogati, è vero, ma c'è gente che apprezza il genere (io).

4) L'e-book consente di portare in qualche decina di grammi, centinaia di libri sempre con sè. E' il sogno di ogni bibliofilo in effetti (amico dei drogati del punto 3), ma che senso ha? Sono stata fuori per una giornata intera ed ammetto di averne portati con me due soltanto, senza che questo abbia causato chissà che ernia. Ma ammettiamo anche che due non vi bastino: quanti libri siete in grado di leggere in una giornata fuori casa?

5) Dulcis in fundo, la ragione per cui secondo me l'e-book può esistere accanto al libro e non in alternativa ad esso è che il lettore, anche quello meno attento, concretizza l'esperienza-libro attraverso la sua fisicità. Il senso di possesso dell'oggetto, la possibilità di sfogliarlo, fargli le "orecchie", sottolineare dei concetti, scriverci il proprio nome, riporlo in libreria. Rinunciare a tutto questo significherebbe castrare la lettura. Jonathan Franzen all'Hay Festival di Cartagena, in un attacco frontale all'e-book, diceva proprio questo. Ed io sono ampiamente concorde, perchè altrimenti si ridurrebbe la lettura ad un processo di assorbimento nozionistico.

Non sto cercando di demonizzare il formato digitale, ma ho delle riserve sull'utilizzo che se ne farà. Probabilmente ne acquisterò uno o me lo farò regalare, ma ho serie difficoltà ad immaginare una mia biblioteca virtuale. Forse sarà la mia emeroteca portatile, ma oltre questo non riesco proprio ad andare.
Ma io, come ho detto poco sopra, sono una drogata.


Casin. 345 (Ph. Mariolina Curci)