venerdì 20 febbraio 2009

Lettera aperta a Ghiandola

Caro Peppe, caro Tommy, care Ghiandole tutte,

ci eravamo francamente ripromessi di non intervenire, seppur sollecitati direttamente e indirettamente, sul post in questione. I motivi erano molti e rimarrebbero molti anche ora. Però, visto che ci chiamate in prima persona, vi diciamo perché non condividiamo l’iniziativa, il post e il pensiero che lega il post al tutto.
Ci hanno insegnato, non credo sbagliando, che la Carità è una delle virtù cristiane. Come diceva San Paolo, anzi, la Carità è la virtù per eccellenza (I Corinzi 13, 1-13). C’è un passaggio della lettera di Paolo ai Corinzi che cerchiamo di tenere sempre a mente. Ve lo scriviamo, perché vorremmo che capiste fino in fondo: La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell`ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Ci chiederete: cosa c’entra tutto questo? Proviamo a spiegarvelo.
Non crediamo che prendere a pretesto la situazione disagiata (fortemente disagiata) di un singolo uomo per farne una battaglia etica, morale o politica sia il modo migliore per aiutare quell’uomo. Altro sarebbe stato se avessimo ricevuto la proposta di una raccolta privata di denaro, fatta in privato e non sbandierata via blog. Ecco, la Carità “non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto”. La carità opera intelligentemente, e di ciò che materialmente fa la mano destra, la sinistra non sa nulla. Altrimenti si chiamerebbe “elemosina” (come è per l’Islam, ad esempio, dove è uno dei pilastri della fede, direttamente sancito dal Corano). Ci sembra invece che chiedere fortemente via blog di condividere un’iniziativa non discussa, non valutata, non meditata, sia una imposizione violenta quasi a dire: vediamo chi c’è.
E qui veniamo al secondo punto. Quando si vuole davvero aiutare qualcuno, lo si fa con diligenza, con “pazienza”, perché la Carità è paziente. Lo si fa con perseveranza, altra virtù di cui siamo stati discepoli e che teniamo a mente di continuo. Lo si fa, ribadiamo e soprattutto, in silenzio. Non ci piacciono le cose urlate, soprattutto quelle che vanno a toccare e intaccare la sensibilità degli animi.
Continuiamo: la Carità non si adira. Cosa significa, spiegatecelo: “qui stiamo per ripartire come associazione, ma stavolta con un attacco diretto al comune che FRANCAMENTE ci ha rotto i coglioni? Vi ha rotto i coglioni per cosa? Per la situazione edilizia? Quella delle cooperative e dei favori? Beh, non vediamo cosa c’entri questo (che pure è un tema forte e che tocca, questo sì, centinaia di famiglie) con la situazione di Ruggiero e dei servizi sociali. Ci domandiamo: quanti di voi conoscono realmente la situazione dei servizi sociali barlettani? Forse davvero in pochi. Ecco, noi più che prendercela con i servizi sociali barlettani, ce la prenderemmo per una mancata responsabilizzazione su questo tema che deriva anche da noi. Dal fatto che non siamo capaci di comprendere a pieno quale universo si celi dietro le parole “servizi sociali”. Quanto, per esempio, da questo punto di vista faccia la chiesa cattolica (e tutti coloro che in silenzio ne sostengono anche privatamente le iniziative), o i singoli privati cittadini. Dice: ma il Comune dovrebbe farsi carico di certe cose. Certo, ma ricordiamo a tutti voi che le amministrazioni locali hanno i loro problemi, la loro burocrazia, i tempi tecnici spesso lunghi per risolvere certe situazioni e, soprattutto, sono regolamentate dalla legge, dal diritto amministrativo in particolare. Il quale diritto da la possibilità di risolvere determinati problemi, ma purtroppo pone dei forti limiti all’azione “ad personam” da parte di una amministrazione locale. Può bastare questo a farci stare tranquilli? Certo che no, ci mancherebbe. Ma aggiungiamo inoltre che protestare pubblicamente tanto per mettersi la coscienza a posto è un modo per far sentire la nostra voce che non ci appartiene. Ci apparteneva fino a qualche anno fa, quando eravamo più giovani. E qui citiamo ancora San Paolo: Quand`ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l`ho abbandonato. Ora riteniamo dunque di avere il dovere di pensare diversamente.
C’è un’altra cosa. Non capiamo, Peppe, cosa c’entri l’analisi generale con la situazione particolare. Capiamoci: siamo d’accordo su molte cose (a partire dalla felicità per le dimissioni di Veltroni), ma non capiamo, francamente, quale sia il motore della questione. Indignazione? Non basta se non è seguita dalla riflessione e dalla perseveranza che comincia soprattutto dal mettere fortemente in discussione se stessi. E questo credo manchi. Tu ti scagli contro il Comune, quasi che questa fosse la ragione sociale di una associazione nella quale, se queste sono le premesse, non ci riconosciamo. Noi proveremmo invece a capire cosa realmente si può fare, con continuità, per aiutare il comune, e non per porsi da barricadieri contro una amministrazione che, per quanto contestabile, ci rappresenta. Abbiamo timore che invece il motivo possa essere altro. Ma non vogliiamo credere che onestamente non ce la staremmo a raccontare, altrimenti.
Ecco Peppe, Tommy e tutti: scusateci, ma noi abbiamo una visione altra del nostro stare nel mondo. Lo facciamo, o cerchiamo di farlo, in silenzio, perseverando nelle cose in cui crediamo, cercando di lavorare al meglio e di fare onestamente, ideologicamente e professionalmente, il nostro mestiere, confrontando i nostri limiti con noi stessi, prima di tutto, e poi con gli altri. Vi chiederemmo, visto che sicuramente non condividerete quanto scriviamo, di avere almeno il rispetto di non usare il mezzo pubblico del blog come una arma da assedio, perché, questo sì, francamente, lo troviamo irrispettoso. Ci sarebbe invece piaciuto ricevere una mail privata, in cui ci si invitava a partecipare ad un azione reale, senza mail da inviare o altro. E soprattutto, senza mail offensive che crediamo servano più a mettere in pace con se stessi una coscienza tribolata che a sortire un vero e proprio effetto pubblico. Vedete, questa società della comunicazione ci ha veramente stancato. Si fa tutto di stomaco e il più delle volte si sbaglia. Noi ci domandiamo invece perché non si ha più la voglia di fermarsi realmente a riflettere sulle questioni, cercando le soluzioni appropriate. Ecco, crediamo che manchi proprio questo: una seria riflessione interna seguita da una azione comune e condivisa. Che è poi, se ci consentite, il vero problema della sinistra italiana e di chi dice di essere di sinistra. Ma essere di sinistra significa prima di tutto avere rispetto per chiunque la pensi diversamente. Significa essere caritatevoli, in tutti i sensi della lettera di Paolo ai Corinzi che, per completezza, vi alleghiamo qui di seguito.
Scusateci dunque se non condividiamo l’iniziativa. Chiediamo scusa prima di tutto a Ruggiero che crediamo, come sempre accade in questi casi, sia solo l’ennesima vittima della propria disperazione, con davvero il gelo attorno, non solo quello provocato dalla mancanza di una stufa.
Un saluto a tutti,

Victor Rivera Magos: http://www.giozzolino.splinder.com
Dario Rivera Magos http://www.miofratellofigliounico.splinder.com
Maria Antonietta Piazzolla: http://www.ilditolalunaedaltrifalo.splinder.com

Mariolina Curci: http://www.penneasfera.splinder.com
Aurora Ippolito: http://www.sapsatsea.splinder.com

“Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. 2 E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. 3 E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. 4 La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, 5 non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6 non gode dell`ingiustizia, ma si compiace della verità. 7 Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. 8 La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. 9 La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. 10 Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 11 Quand`ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l`ho abbandonato. 12 Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch`io sono conosciuto. 13 Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità.”

(San Paolo, Prima lettera ai Corinzi, 13, 1-13).

3 commenti:

  1. ... no... sai cosa?

    scrivo pure qui, altrimenti pensi che nessuno ti fila.

    :)

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  2. Maghetto, avessi tenuto in considerazione il counter, avrei postato una mia foto senza vestiti...

    No, ecco...

    Forse così sarebbero scappati tutti!

    :-)

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  3. Ho almeno tre risposte diverse a quello che scrivi. Ma temo non siano consone.

    :)

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