Mi chiamo Mariolina...ricominciamo.
Il mio nome è Maria Concetta Immacolata, senza virgole (per chi non lo sapesse, per legge tutte le virgole sono state eliminate negli uffici anagrafe) ed ho 22 anni. No, ricominciamo tutto daccapo.
Il mio nome è Maria Concetta Immacolata e finirò 23 anni a maggio, il 17 per la precisione (a voler essere pignoli sono nata in un soleggiato venerdì e non sono superstiziosa).
Ho due occhi, un naso, una bocca, due braccia, due gambe neanche troppo belle. La natura ha deciso che le donne devono avere le tette. Ce le ho anche io. Porto una quarta. E' una terza abbondante in verità, ma i modelli di reggiseno che piacciono a me non mi stanno e devo comprare la quarta. Ma porto la terza.
Il peso oscilla da anni tra i 65 e i 72 kg ed io lo lascio fare. Il punto vita è andato a farsi benedire quando ho scoperto l'esistenza della parmigiana e delle patatine fritte. Mangio abbastanza schifezze. Non mi piacciono le lasagne. Non mi piacciono le cose che hanno un sapore indefinito. Già di suo la carne non mi piace, se poi ci aggiungi la salsa di pomodori siamo a posto.
Ho un pessimo culo. Siamo più raffinati. Non ho un bel sedere. Taglia 46, che adesso è 44 e non perchè sia dimagrita, no, questo no. E' che con questa moria di top model a causa dei disturbi alimentari, gli stilisti hanno deciso di ridurre i numeri delle taglie e prendersi ancora una volta gioco dei cervelli femminili. Contenti loro, il mio sedere è sempre quello. L'altalena è la mia passione, ma è raro trovarne una che sia taglia 46 (che poi è 44), perchè i bimbi arrivano massimo alla 38. Una volta ne ho trovata una. Solo che poi non ci sono più salita. Il parco giochi ne ha una, ma dopo un po' devo scendere perchè le catene mi segano i fianchi. Non è una bella immagine, lo so. Lo è ancor meno la sensazione.
Mi piace anche passeggiare da sola. La mia città fa un po' schifo dal punto di vista degli spazi verdi, ma andasene in giro quando non c'è nessuno è il massimo. Specie se lo fai dopo aver finito un libro, e lo stile dell'autore ti risuona in testa descrivendo la tua passeggiata.
Sono psicolabile, lo so.
I miei capelli erano spaghetti quando ero piccola. Poi ho fatto la pemanente a tredici anni. Ero brutta uguale. Non erano i capelli che andavano cambiati. L'autostima. Adesso sono lisci. Dopo 55 minuti in bagno sotto phon e piastra. Oppure mossi con chili di mousse forte o gel. La lacca no. Il buco nell'ozono sta facendo annegare il pianeta. Da piccola non sapevo nuotare. Anche adesso non sono una sirena, ma almeno non annego se mi tuffo. E' già qualcosa. Non sapevo nuotare, ma giocavo a pallacanestro. Non è servito a molto, parlando in centimetri, ma sapevo fare il terzo tempo. Prima ancora ho fatto danza. Poi ho smesso. Mamma sosteneva che c'era troppa disciplina. Adesso so che non avrei voluto smettere. Capita. Ho smesso anche con la pallacanestro. Erano rimasti solo i maschi e a 12 anni non ero ancora interessata alle beghe amorose e ai preadolescenti brufolosi che si sentivano fighi. Preferivo Hugo, Joyce e Calvino. Forse è per questo che stavo sempre da sola. Non è facile leggere 1853 pagine in 15 giorni. Specie se a distrarti c'è il pensiero che il tipo figo ti ha chiesto "ti vuoi mettere con me?". Chi sei? Che vuoi? E' stato mollato. In seguito ebbi i miei due di picche anche io, vi assicuro.
Vi piace la maionese? A me sì. Qualche anno fa pensavo che una volta andata a vivere per conto mio, avrei pranzato tutti i giorni con il cocktail di gamberetti. Poi ho scoperto che se fossi diventata intollerante non avrei più potuto mangiarlo. Sono due anni che non mangio i cocktail di gamberetti.
Sono strana, psicolabile, l'ho detto. Lunatica. Indecifrabile, disse qualcuno una volta. Un libro aperto disse qualcun altro. Sono comprensiva e matura (e lì mi sentii mia madre) disse un altro. Ogni tanto impazzisco, la monotonia è pessima compagna. Altre volte penso che se incontrassi una come me, le urlerei in faccia di spegnere quella vocina stridula. E' troppo alta.
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