Mi correggo, fa la valigia, ma fatto più importante, fa la MIA valigia.
(Breve biografia di Azzurra, la mia valigia: Azzurra fa il suo ingresso nella mia vita, quando lo fa fisicamente nella mia agenzia di viaggi. È noto al popolo italiano, che nelle agenzie di viaggi stazionano fino a nuovo ordine dei gadget, più o meno carini, decenti, utili, che vengono offerti in dono al futuro turista, il quale dopo avrà un sorriso soddisfatto, che è uguale, sia che tu gli dia un set di valigie di Giorgio Armani, sia che tu gli dia un apribottiglie che non userà mai. Posto questo, fra i vari gadget arriva Azzurra accompagnata da altre due valigie - colleghe entrambe rosse. Si chiama così, perchè è proprio azzurra. Che non è nè il colore del cielo, nè del mare. È Azzurra e basta. Decido di portarla a casa - pur senza aver acquistato nulla, né aver prenotato per nessun dove - perché stava per essere portata via da un signore che ci ha messo venti minuti buoni per decidere il colore, ignorando di avere un mitra invisibile puntato, pronto a sparare nel caso in cui dalle sue labbra fosse uscita la parola "azzurra". E così Azzurra diventò la mia compagna di viaggio. Ha attraversato l'Adriatico ed è venuta in Grecia. E' anche stata a bordo di una nave da crociera. Sempre con me. L'ho anche accessoriata. Avete presente i fiori di lana cotta? Sul manico ci sta una meraviglia. E pure il mio nome appeso ad un ciondolo. Siamo inseparabili in viaggio. Neanche sull'aereo possono dividerci, perchè, da brava valigia sempre aggiornata, rispetta le norme sulle dimensioni del bagaglio a mano. E può salire su un aereo, sulla mia testa e contenere tutto quello di cui ho bisogno - magliettepantalonipigiamagonnevestitiscarpelibrisouvenir - durante una trasferta. Oggi vive con me, sotto il mio letto e, posso giurarlo, ogni tanto di notte mi sembra di sentirla chiamarmi e chiedermi di riempirla. Fine della biografia).
La mia valigia non si può toccare. E' uno dei pilastri che offre stabilità ad una testa non sempre equilibrata e costantemente accesa sulla modalità follia. Crazy mode on.
Altri pilastri sono il fidanzato, i giovani (i genitori, non posso chiamarli vecchi, perché effettivamente sono giovani), i cuginetti (con meno denti ultimamente e mi fanno ridere un sacco), i libri, la libreria stracolma, i libri che devo ancora comprare, il cinema almeno tre volte al mese, il nonno che coltiva i funghi, la nonna che ogni tanto a sorpresa mi dice di andare a prendere la parmigiana (ulteriore parentesi: quando lo fa, non lo fa con la dolcezza che ci si aspetta. Urla e mi sgrida, perchè non sono ancora andata a prendere la teglia. Io: Nonna, mi hai appena informata. Nonna: E muoviti. È un mito mia nonna).
Adesso per due giorni dovrò fare a meno della mia valigia, perchè io adesso la sto caricando di vestiti (IO! la valigia, quando mio fratello è in partenza la faccio io. Non mio fratello, mia madre, mio padre. Io) dal momento che il prossimo week end lui lo passa a Djerba.
Tunisia. Mare. Sole. Villaggio. All Inclusive. Mi sto sentendo male. Mi metto in valigia.
Alla dogana: Excuse me. What is this in your bag? (inglese maccheronico del tunisino alla dogana)
Mio fratello: I dont nou. Is mai sister. (inglese maccheronico del fratello barlettano) Mariolì c ste a ffe' ind a' valeig? (a confermare la cittadinanza di Barletta)
Io: Sono caduta mentre la preparavo. Vi ho detto di tirarmi fuori, ma voi non avete sentito.
Mio fratello: Mu t fezz v'dè iej! Ok mister. Ai go to Gerba. She uill is for ever here. This bag is my nau!
Totti di passaggio alla dogana pure lui: Sì, sì! Life is now! Pur'io!
Io piango e mi lapidano al centro del terminal per ingiuria contro fratello. Totti se ne va. Azzurra si autodistrugge per non soffrire la solitudine.
Servono delle misure di sicurezza. I miei vigileranno sul mio stato di salute mentale e fisico, la nonna e il nonno si prenderanno cura delle mie papille gustative, andrò a trovare i cuginetti, dei quali uno mi ignorerà guardando un film e l'altro mi salterà al collo come un polipo - che gli faccio io agli uomini! -, andrò al cinema, comprerò dei libri, metterò in ordine quelli che già ho e prenderò in giro i miei quando si guarderanno come nella foto di quasi venticinque anni fa.
Oppure potrei semplicemente prestare la valigia a mio fratello senza fare troppe storie, visto che nessuno ha mai dato un nome ed una personalità ad una valigia. E fare comunque tutte queste cose, perché mi rendono felice.