giovedì 28 febbraio 2008

Con te, partirò...

Mio fratello fa le valigie.
Mi correggo, fa la valigia, ma fatto più importante, fa la MIA valigia.
(Breve biografia di Azzurra, la mia valigia: Azzurra fa il suo ingresso nella mia vita, quando lo fa fisicamente nella mia agenzia di viaggi. È noto al popolo italiano, che nelle agenzie di viaggi stazionano fino a nuovo ordine dei gadget, più o meno carini, decenti, utili, che vengono offerti in dono al futuro turista, il quale dopo avrà un sorriso soddisfatto, che è uguale, sia che tu gli dia un set di valigie di Giorgio Armani, sia che tu gli dia un apribottiglie che non userà mai. Posto questo, fra i vari gadget arriva Azzurra accompagnata da altre due valigie - colleghe entrambe rosse. Si chiama così, perchè è proprio azzurra. Che non è nè il colore del cielo, nè del mare. È Azzurra e basta. Decido di portarla a casa - pur senza aver acquistato nulla, né aver prenotato per nessun dove - perché stava per essere portata via da un signore che ci ha messo venti minuti buoni per decidere il colore, ignorando di avere un mitra invisibile puntato, pronto a sparare nel caso in cui dalle sue labbra fosse uscita la parola "azzurra". E così Azzurra diventò la mia compagna di viaggio. Ha attraversato l'Adriatico ed è venuta in Grecia. E' anche stata a bordo di una nave da crociera. Sempre con me. L'ho anche accessoriata. Avete presente i fiori di lana cotta? Sul manico ci sta una meraviglia. E pure il mio nome appeso ad un ciondolo. Siamo inseparabili in viaggio. Neanche sull'aereo possono dividerci, perchè, da brava valigia sempre aggiornata, rispetta le norme sulle dimensioni del bagaglio a mano. E può salire su un aereo, sulla mia testa e contenere tutto quello di cui ho bisogno - magliettepantalonipigiamagonnevestitiscarpelibrisouvenir - durante una trasferta. Oggi vive con me, sotto il mio letto e, posso giurarlo, ogni tanto di notte mi sembra di sentirla chiamarmi e chiedermi di riempirla. Fine della biografia).
La mia valigia non si può toccare. E' uno dei pilastri che offre stabilità ad una testa non sempre equilibrata e costantemente accesa sulla modalità follia. Crazy mode on.
Altri pilastri sono il fidanzato, i giovani (i genitori, non posso chiamarli vecchi, perché effettivamente sono giovani), i cuginetti (con meno denti ultimamente e mi fanno ridere un sacco), i libri, la libreria stracolma, i libri che devo ancora comprare, il cinema almeno tre volte al mese, il nonno che  coltiva i funghi, la nonna che ogni tanto a sorpresa mi dice di andare a prendere la parmigiana (ulteriore parentesi: quando lo fa, non lo fa con la dolcezza che ci si aspetta. Urla e mi sgrida, perchè non sono ancora andata a prendere la teglia. Io: Nonna, mi hai appena informata. Nonna: E muoviti. È un mito mia nonna).
Adesso per due giorni dovrò fare a meno della mia valigia, perchè io adesso la sto caricando di vestiti (IO! la valigia, quando mio fratello è in partenza la faccio io. Non mio fratello, mia madre, mio padre. Io) dal momento che il prossimo week end lui lo passa a Djerba.
Tunisia. Mare. Sole. Villaggio. All Inclusive. Mi sto sentendo male. Mi metto in valigia.

Alla dogana: Excuse me. What is this in your bag? (inglese maccheronico del tunisino alla dogana)
Mio fratello: I dont nou. Is mai sister. (inglese maccheronico del fratello barlettano) Mariolì c ste a ffe' ind a' valeig? (a confermare la cittadinanza di Barletta)
Io: Sono caduta mentre la preparavo. Vi ho detto di tirarmi fuori, ma voi non avete sentito.
Mio fratello: Mu t fezz v'dè iej! Ok mister. Ai go to Gerba. She uill is for ever here. This bag is my nau!
Totti di passaggio alla dogana pure lui: Sì, sì! Life is now! Pur'io!
Io piango e mi lapidano al centro del terminal per ingiuria contro fratello. Totti se ne va. Azzurra si autodistrugge per non soffrire la solitudine.

Servono delle misure di sicurezza. I miei vigileranno sul mio stato di salute mentale e fisico, la nonna e il nonno si prenderanno cura delle mie papille gustative, andrò a trovare i cuginetti, dei quali uno mi ignorerà guardando un film e l'altro mi salterà al collo come un polipo - che gli faccio io agli uomini! -, andrò al cinema, comprerò dei libri, metterò in ordine quelli che già ho e prenderò in giro i miei quando si guarderanno come nella foto di quasi venticinque anni fa.
Oppure potrei semplicemente prestare la valigia a mio fratello senza fare troppe storie, visto che nessuno ha mai dato un nome ed una personalità ad una valigia. E fare comunque tutte queste cose, perché mi rendono felice.

2 commenti:

  1. ciao Mariolina,

    che bel post di buonumore!


    manu

    RispondiElimina
  2. Un ottovolante di pensieri e divertimento. Bello questo.

    RispondiElimina