venerdì 14 marzo 2008

Scusa ma ti chiamo imbecille

C'è un uomo, nel panorama "letterario", che merita il rogo. Con i suoi libri costruirei una bella pira, come fecero Didone e Frida Kahlo, e poi con il suo corpo sopra, farei un bel falò.
Stamattina torno da Bari (mi sveglio alle sei, arrivo a Bari alle otto e alle otto e mezza la professoressa ci congeda. No comment), e mi accomodo al computer con uno yogurt al caffè in una mano e il telecomando nell'altra. Faccio zapping e trovo una donna sulla cinquantina e sua figlia accomodate sui divanetti di Forum.
Il caso. La madre ricorre a Forum perchè sua figlia è andata via di casa con il professore cinquantenne. La ragazza di anni ne ha diciassette. Io alla faccia del telefono azzurro, al posto della madre, l'avrei menata e non l'avrei più fatta uscire di casa. Ma la figlia è ostinata (innamorata dice lei) e ci va a vivere insieme.
Argomentazioni: Federico Moccia dimostra che anche con una grande differenza di età ci si può amare.
Controargomentazione della sottoscritta: Federico Moccia è un imbecille che ha avuto il culo di farsi pubblicare un libro non avendo minimamente buon senso.
Scrivere un libro come Scusa ma ti chiamo amore e, poi proiettarne il film con l'idolo delle ragazzine, è da incoscienti. La prossima mossa quale sarà? Il protagonista ammazza i genitori? E allora se lo dice Federico Moccia...
Lo hanno esaltato come neanche gli azzurri dopo i mondiali, perchè i figli leggono di più. Ma cosa leggono? E soprattutto, cosa diventano?
Ne dicono un gran bene, perchè riesce a parlare ai ragazzi. Ma a che prezzo?
Come si fa a dire che uno scrittore è bravissimo, quando anche dopo aver letto tutti i suoi libri, i ragazzini continuano ad ignorare il corretto uso della lingua italiana?
Libri come quello di Moccia sono (affermazione a prova di querela. È richiesta una colletta per le spese legali) da denunciare. L'episodio di oggi me lo conferma.
Mi potreste rispondere che uno non diventa deficiente se legge un libro. Vero. Ma è anche vero che, se uno ha un background che fa acqua da tutte le parti, dopo crederà possibile tutto.
E' un po' come per le droghe leggere. Un soggetto debole passa a qualcosa di più forte (metaforicamente parlando. Il discorso è molto più ampio, magari ci ritorno in seguito) dopo aver provato lo spinello. E perchè con Moccia non vale lo stesso criterio, visto che è dieci volte più pericoloso?
Non mi pare una cosa normale che una diciassettenne vada col suo professore perchè Federico Moccia docet. A casa mia al massimo, Seneca, Dante, De Andrè docet. Ma non Federico Moccia!

Ragazza A: Ti piace leggere?
Ragazza B: Oh sì, tantissimo! Adesso sto leggendo Tre metri sopra il cielo.
Ragazza A: E libri? Ti piace leggere i libri?


12 commenti:

  1. mariolina, mi ritrovo a pensare le stesse cose su un certo tipo di tv spazzatura che immagino anche tu critichi.

    ma non mi sento più di puntare il dito, come prima facevo, contro chi ci marcia su. da quello che scrivi deduco che sei una persona "preparata".

    quella che abbiamo avuto noi (mi inserisco umilmente) è una fortuna. la fortuna di nascere nella famiglia giusta, di frequentare le persone giuste e, perchè no, quella di avere una mente sensibile ad un certo tipo di offerta culturale. non è nè colpa di moccia (che deve pur mangiare) nè colpa di chi non ha gli strumenti per scegliere.

    ho visto professori disperarsi per promuovere la lettura nelle classi. ci è mai riuscito nessuno???

    da un lato preferirei avere una passione meno dispendiosa, ma tu puoi capire cosa si prova ad emozionarsi di fronte ad una serie di lettere e simboli messi insieme...


    un abbraccio


    manu

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  2. Ho detto ai miei alunni: "domani portate una cassetta. Di legno possibilmente". Volevo una cassetta con tre fori da un lato e tre fori dall'altro. Per chiarire come doveva essere, ho cercato il gesso d'appertutto, sulla cornice della lavagna, sulla cattedra, sui banchi, finchè uno mi ha suggerito:" Se l'è messo in tasca un attimo fa". In tasca in effetti ne avevo un mozzicone con cui ho disegnato un parallelepipedo che mi è venuto maluccio, linee tremolanti, fori non allineati, colpa dei risolini dietro le spalle. "Terremo la cassetta qui sulla cattedra" ho detto, "ci metteremo dentro le vostre domande. D'accordo?".

    Silenzio paziente, del tipo: tutto passa, basta tener duro. Poi una ragazza mi ha chiesto: "I fori a che servono?" Ho spiegato che servivano a far respirare le domande. le domande, ho aggiunto, sono vive: hanno il punto interrogativo, l'unico segno di interpunzione con una certa guizzante vivacità. "Voi imbucate le domande nella cassetta e poi ci metteremo a cercare insieme le risposte."

    Sono passati giorni e giorni ma la cassetta delle domande non è comparsa. certo, potevo procacciarmene una io, senza aspettare che provvedessero loro, ma non l'ho fatto perchè ho pensato: "Se si decidono a portare la cassetta, vuol dire che poi arriveranno anche le domande". Così la cattedra è rimasta senza cassetta e senza domande.

    Una cassetta con tre fori si trova dentro Il piccolo principe di Antoine Saint-Exupéry. Non serve per le domande ma non ha importanza. Da anni saccheggio libri in cerca di idee che mi aiutino a fare l'insegnante, anche se so bene ormai che le idee, una volta fuori dai libri, una volta trasferite nelle aule, perdono forza come Sansone dopo il taglio dei capelli. C'è, nella scuola, un veleno che le indebolisce e le fa morire. Forse è l'aria cattiva, forse è la cattiva luce in cui la scuola mette tutto ciò che viene dai libri.

    D'altra parte se le idee non fossero di provenienza libresca, le cose andrebbero meglio? Non credo. In tempi andati entravo in classe e dicevo: "Adesso vi leggo una paginetta ricca di suggerimenti. prendete appunti che poi discutiamo". Tiravo fuori il libro, mostravo titolo e nome dell'autore, leggevo. Ma c'erano smorfie di disgusto che per un pò ho attribuito alla fisicità malfamata del volume. Allora mi sono deciso di far finta che l'idea era venuta proprio a me, davanti alla tv, per strada, in corridoio, in classe, all'improvviso. I risultati? Insoddisfacenti, e ovvio.

    (...)le mutazioni indotte dalla folla dei consumi diventano un handicap per l'istruzione: non sono evidenziate, messe in gioco, trattate come fondamento inevitabile di crescita; sono represse e ricacciate nella forma che in modo irriflesso hanno preso fuori dalla scuola. La conseguenza è che i ragazzi tendono a nasconderci ciò che davvero li seduce e a darci, invece, gli scarti di sè. Quello che per loro conta cerca di trovare una via soprattutto tra i materiali extrascolastici. Perciò dubito che la mia cassetta delle domande comparirà mai. Ciò che appartiene alle aule non ha punti interrogativi veri. Alla scuola non si rivolgono domande. Appena apri la bocca, mette voti.

    da "Solo se interrogato" di D. Starnone

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  3. Non mi piace Moccia e lo trovo furbo come D'alessio quando scrive le canzoni monotematiche.

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  4. ovviamente dappertutto senza apostrofo..


    scusateeee


    Carminuccio

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  5. Per inciso il professore di cinquant'anni sarebbe da arrestare per primo. Io non penso che la situazione oggi sia diversa rispetto ad alcuni anni fa, e cioè non credo che i ragazzini siano meno maturi, credo però che i modelli che vengono proposti loro da giornali e televisione siano altamente diseducativi, e che Moccia alla fine di quei modelli ne sia solo un frutto assai furbo.

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  6. ...e cosi eccomi qui! ti avevo detto che sarei venuta a trovarti...

    qualche post fa, sul mio blog privato, ho avuto un dialogo proprio con Moccia. "come è possibile?" ti chiederai...ebbene si...

    ci asiamo trovati a parlare del silenzio e sinceramente, mi ha detto una cosa che mi è rimasta impressa.

    Credo che lui, come tanti altri, non parlino male (non scrivino male)...tutto dipenda da come vengono letti. Questo credo accada per tutti gli autori: loro scrivono. Alcuni scrivono per sè stessi, altri scrivono per gli altri, altri ancora scrivono quello che la gente vuole leggere, altri scrivono.

    Poi ci sono i lettori. Sono loro che fanno di uno scritto, un capolavoro o una cosa da cestinare...

    babbè....un bacione mario


    Antonella

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  7. ah, rileggendo ho notato degli errori...ops...mi scusassero i lettori!

    ;P

    Anto

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  8. su repubblica di oggi è uscito un mio intervento. Chi non l'avesse comprata, può leggerlo sul mio blog.

    Abbracci

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  9. no niente niente....


    ora si vede bene

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  10. che succede al tuo blog??

    non so se è un problema mio ma lo visualizza a cazzo...boo


    Carmine

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  11. Hai ragione mariolina, fossi al posto del padre della tipa...

    Spezzata di gambe a dire il rosario, altro che convivenza.


    Per quanto riguarda il Moccia, mi spaventa anche la sua iperproduzione mi sa che l'ultimo libro l'ha scritto mentre andava a comprare le sigarette...


    Magister - al 1' commento su questo frizzante blog

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  12. Ufficializzo il primo commento di Mag1ster con un caloroso benvenuto.

    Un abbraccio

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